La littorina dell’Etna: la circumetnea come prodotto turistico enogastronomico

Original

Premessa: il caso studio, il metodo e l’articolazione del lavoro

Questo lavoro costituisce un primo rapporto su un’indagine a carattere esplorativo sulle possibilità di sviluppo della linea ferroviaria Circumetnea come prodotto turistico culturale ed enogastronomico. Attualmente, il percorso è indicato come uno degli itinerari della Strada del Vino dell’Etna con il nome La Littorina dell’Etna, insieme ad altri, denominati La Via della Zagara, La Maremonti e La Via dei Castelli, ma – all’evidenza empirica – non appare un prodotto identificato e definito nei contenuti gestionali e di fruizione.

Il turismo enogastronomico appare di particolare interesse per lo sviluppo della regione Etnea (Regione Sicilia, 2005a; Regione Sicilia, 2005b) perché i suoi modi di svolgimento incontrano le tendenze moderne del turismo (Taiti, 2011) perché si posiziona nel segmento di mercato in ascesa (short break); sviluppa consumi irrinunciabili; propone sempre nuove destinazioni, magari facendo flettere i flussi di quelle tradizionali o già note; si àncora con forza nel palinsesto dei turismi di nicchia che ormai compongono una quota rilevante dell’intero settore; si articola in sottosegmenti di domanda (dal collezionismo delle mete all’esplorazione del nuovo).

Sul turismo del vino esiste una consolidata normativa europea e nazionale che ha dato ordine alle molte iniziative regionali di valorizzazione turistica delle risorse agroalimentari, molti comuni della zona hanno aderito all’Associazione Nazionale “Città del Vino”, da cui è successivamente nata la “Strada del Vino dell’Etna”, costituita nel 2003 su iniziativa della Provincia Regionale di Catania, come associazione volontaria tra privati, con il sostegno di enti pubblici, in attuazione della legge regionale n. 5 del 2 agosto 2002. Già nel 2004, solo dopo due anni dalla nascita aveva quasi triplicato il numero dei propri associati, passati da 24 a 64 (Purpura et al., 2007).

La strada sarebbe “un fortissimo strumento di promozione del territorio, quando tutti i soggetti interessati e non solo le aziende vinicole intendono fare sistema” (Romeo, Schillaci, 2004, 89-90). Tuttavia, sebbene lo statuto dell’associazione preveda l’adesione di soci privati e pubblici, provenienti da diversi settori produttivi, il numero dei soci resta quasi invariato, giacché risultano aderenti alla Strada del Vino dell’Etna 65 soci, a fronte di centinaia di aziende private (Camera di Commercio di Catania, 2008) e diverse decine di associazioni ed enti pubblici e privati presenti nell’area Etnea.

L’organizzazione di un percorso enogastronomico lungo la ferrovia Circumetnea è quindi un tema degno di approfondimento per comprendere i motivi di successo o di insuccesso delle iniziative locali. A tale scopo, il metodo scelto nell’indagine è quello dell’analisi qualitativa applicata a un caso studio, condotta mediante lo svolgimento di due fasi successive. Nella prima, si descrive la rete degli stakeholder (Donaldson, 1995), con la  sistematica raccolta di dati e informazioni su persone e gruppi portatori di interessi rispetto al funzionamento della Littorina come prodotto turistico enogastronomico. La seconda consiste nell’esecuzione di una dozzina di interviste face-to-face, fatte ad alcuni satkeholer identificati come interlocutori privilegiati, perché coinvolti direttamente nella costituzione della Strada del Vino dell’Etna o perché titolari di attività di produzione enogastronomica e/o di ospitalità turistica molto vicina al percorso della littorina. Il metodo nel suo complesso ci consente di individuare con sufficiente attendibilità gli interessi coinvolti e di raccogliere dati significativi da interlocutori privilegiati (key-informant) con risparmio di tempo e di costi di indagine (Kvale, 1996; Marshall, 1996; Berry, 1999).

Il lavoro è organizzato nel seguente modo. Il paragrafo 2 è dedicato alla descrizione dei caratteri generali della zona allo scopo di mettere in evidenza le dotazioni che appaiono suscettibili di valorizzazione attraverso la crescita delle diverse attività collegate al turismo, in particolare quello enogastronimico. Il paragrafo 3 descrive il background dottrinario relativo ai recenti mutamenti del modo di fare turismo e come questi possano fornire nuove opportunità di sviluppo a territori caratterizzati sia da stratificazioni culturali importanti sia da tradizioni agricole altrettanto importanti che si manifestano con la produzione di ben identificati prodotti enogastronomici. Il paragrafo 4 affronta sempre mediante una breve rassegna di letteratura il rapporto tra enogastronomia, tipicità e turismo. Il paragrafo 5 tenta una prima descrizione del complesso degli stakeholder della “Littorina dell’Etna”, intesa come specifico prodotto di turismo enogastronomico, con l’avvertenza che la rete di stakeholder appare molto più ampia di quella qui descritta. Il paragrafo 6 è dedicato all’individuazione dei quesiti di ricerca, all’esposizione dei dati raccolti e dei risultati di analisi, il paragrafo 7 alla discussione critica del risultati e ai possibili effetti per il territorio. Il paragrafo 8 contiene alcune riflessioni conclusive.

Translation

Introduction: the case study, the method, and the structuring of the work

This work constitutes the first report on an exploratory investigation into the possibilities of the development of the Circumetnea railway line as a cultural and gastronomic tourist product. At the moment, the route is listed as one of the Etna Wine Road's itineraries under the name La Littorina dell'Etna, with others (Via della ZagaraLa Maremonti, and Via dei Castelli), although it does not appear to be specified or defined in its management and fruition elements.

Food and wine tourism appear to be particularly interesting for the development of the Etna region because its behaviour is consistent with contemporary tourism trends:

  • It is positioned in the growing market segment (short break).
  • It increases essential spending.
  • It constantly offers new destinations (possibly reducing flows to traditional or well-known destinations).
  • It is heavily engaged with the niche-tourism program, which accounts for a sizable portion of the sector.
  • It is divided into demand sub-segments (from the collecting to the exploration of novel destinations).

There is integrated European and national legislation on wine tourism, which has brought order to the numerous regional initiatives aimed at developing food resources as a tourist attraction. Numerous communities in the area have joined the National Association of Cities of Wine, which resulted in the establishment of the Strada del Vino dell'Etna. It was founded in 2003 on the initiative of the Regional Province of Catania as a voluntary association of citizens with the assistance of public entities to carry out regional law no. 5 of August 2, 2002. In 2004, barely two years after its founding, it had nearly tripled its associates, from 24 to 64. (Purpura et al., 2007).

The Road might be a ‘highly effective vehicle for promoting the territory’ if ‘all stakeholders, not just wineries,' participate (Romeo, Schillaci, 2004, 89-90). Even though the association's rules permit private and public members from diverse production sectors to join, the association's membership remains nearly unchanged at 65, in comparison to the hundreds of private companies (Catania Chamber of Commerce, 2008), several dozens of associations, and public or private institutions in the Etna area.

The establishment of a food and wine route along the Circumetnea railway is thus a worthwhile investigation to ascertain the factors that contribute to the success or failure of local efforts. This survey's technique of choice is a qualitative analysis applied to a case study, which is conducted in two stages. In the first phase, we explain the network (Donaldson, 1995), compiling data and information on individuals and organizations having an interest in Littorina's operation as a food and wine tourism offering. The second consists of a dozen in-depth interviews with stakeholders identified as privileged interlocutors due to their direct involvement in the establishment of the Etna Wine Route or because their enogastronomic and/or tourist hospitality activities are located near the Littorina's path. The strategy as a whole enables us to reliably identify the parties' interests and acquire important material from privileged interlocutors (key informants) while saving time and money on inquiry (Kvale, 1996; Marshall, 1996; Berry, 1999).

The following illustrates the structure of the work. The second paragraph describes the area's general characteristics in order to highlight the facilities that could be enhanced through the expansion of various tourism-related activities, particularly enogastronomical ones. The third paragraph discusses the study context for recent changes in tourism and how these changes can create new development chances for locations with significant cultural stratifications and equally significant and well-defined traditional products. Through a brief overview of the literature, paragraph 4 discusses the relationship between enogastronomy, typicality, and tourism. Paragraph 5 attempts a preliminary description of the Littorina dell'Etna stakeholders, with the caveat that the stakeholders' network appears considerably larger than the one given here. The sixth paragraph discusses the formulation of the research questions, the presentation of the acquired data, and the analysis's findings. Paragraph 7 provides a critical analysis of the findings and their potential consequences for the territory. Finally, paragraph 8 contains some concluding observations.